Imparare a gestire l'alimentazione dei più piccoli aiuta a porre le basi di una vita adulta in salute e con meno stress. Farlo nel modo corretto, fin da subito, è una condizione ideale, ma ci sono regole da seguire per evitare errori. Scopriamole
La pubblicità ci bombarda di immagini di cibo invitante, magari accompagnati da simpatici siparietti televisivi con canzoni che diventano tormentoni. Tutte queste strategie sono appositamente studiate per fare in modo che il consumatore ricordi ma soprattutto che il bambino ne venga attratto.
Lo stesso meccanismo di attrazione viene messo in atto nell'attenta formulazione di cibi confezionati: merendine, biscotti e dolciumi sono formulati in modo da essere ricordati una volta assaggiati. Spesso siamo noi adulti che associamo una merenda alle felici epoche della nostra infanzia, ed ecco che chi progetta i cibi mira proprio a questo scopo, invitandoci ad acquistarle per noi e per i nostri figli, per "farli felici". Tanto ci tranquillizano proponendoci questo cibo come qualcosa di salutare, che ha latte, vitamine addizionate, che è semplice, come fatto in casa.
Così molti genitori vengono ingannati e acquistano e offrono ai loro figli quello che non è altro che l'inizio di una vera e propria dipendenza che può portare a una vita di sovrappeso o obesità.
L'obesità infantile è aumentata, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, la colpa è proprio di quelli che possiamo chiamare "junk food", ma che io amo nominare finto cibo.
Inoltre i bambini oggi sono molto sedentari, e certo non aiutano le recenti problematiche di pandemia mondiale, che hanno costretto sempre più bambini a muoversi meno, stare più in casa ad annoiarsi davanti alla tv. La noia porta fame, spesso nervosa, che spinge il bambino a prendere cibo e i genitori a darglierlo per calmarlo. Questi episodi li ho sentiti spesso nell'ultimo anno, quando ricevo dei piccoli pazienti con i loro genitori, spesso esasperati da una situazione che non sanno come gestire.
Portare i bambini dal nutrizionista non significa stressarli con una vita di sacrifici e diete da fame. Oggi molti genitori si rivolgono a me o ai miei colleghi semplicemente per chiedere aiuto. L'educazione alimentare è quella che nei bambini fa la differenza, che aiuta genitori e figli a capire come gestire la propria dieta, intesa, però come stile di vita, non necessariamente come dieta dimagrante.
Imparare quale cibo fa bene al nostro corpo, come usarlo all'interno della nostra giornata, cosa evitare ma anche, perché no, come rendere gustoso un alimento apparentemente insapore. Una dieta personalizzata per i bambini è comunque possibile farla, ma deve avere alla base un comportamento attivo del bambino nella comprensione del perché deve cambiare abitudini e perché è giusto mangiare in quel modo.
Ecco, quindi , che i genitori svolgono un ruolo fondamentale e costituiscono una vera e propria squadra con il nutrizionista, con un obiettivo comune: porre le basi, già dall'infanzia, per un'età adulta senza problemi alimentari. Ci sono dei comportamenti che possono essere adottati dai genitori per fare una buona educazione alimentare nei bambini ed evitare interventi drastici e stressanti.
Molto spesso i bambini rifiutano alcuni cibi, come le verdure, perché non li conoscono. manipolarli, in sicurezza li aiuta a capirne la consistenza e ad averne meno ribrezzo e paura.
Non solo il bambino in sovrappeso deve mangiare bene, ma tutta la famiglia deve essergli da esempio. I genitori devono mangiare le stesse cose del bambino, che avrà così supporto e conferma della normalità del percorso che sta intraprendendo.
Dovrebbero essere sempre evitate, ma soprattutto nei bambini è bene non fare di testa propria. Rivolgersi a un professionista è sicuramente la soluzione migliore per fare un buon percorso verso la salute.
Se c'è un'osservazione da fare sul comportamento alimentare del bambino, metterlo in imbarazzo lo spingerà semplicemente a farlo di nascosto.
La frase "se mangi la verdura ti do il dolce" non è mai giusta. l bambino interpreterà la verdura come un qualcosa di meno appetibile rispetto al dolce, già dalle parole del genitore. Questo fa nascere in lui un atteggiamento non positivo nei confronti delle verdure.
In ultimo un consiglio che è anche una riflessione. Non è necessario eliminare dalla dieta del bambino nulla. In realtà bisogna solo fargli capire che esistono dei cibi che può consumare di più e altri che può consumare meno. Ma in primo luogo, dobbiamo essere noi stessi ad essere convinti di stare dalla parte giusta, di alimentarci nel modo corretto.
Dare al bambino la giusta porzione, adatta alla sua età, non significa volergli male, ma volergli troppo bene per esporlo a patologie croniche, come l'obesità. Il confronto con gli altri bambini può essere duro, soprattutto nella maggior parte dei casi si troverà accanto a bambini che vivono di finto cibo, e che poi interpretano come anomalo il comportamento del bambino con la banana per la merenda a scuola.
Risulta molto importante che il bambino capisca che l'unico comportamento anomalo e anormale è quello che coloro che non conoscono le verdure, ma che hanno sempre la busta di patatine in mano.
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