Il tè comprende una vasta gamma di bevande che vengono trattate però in diversi modi dopo la raccolta. I benefici apportati da questa bevanda, antichissima e dalla diffusione internazionale, sono davvero tantissimi. Scopriamoli tutti
Il tè sembrerebbe un’abitudine solo inglese ma in realtà è molto diffusa anche nel resto del mondo, dove è difatti la seconda bevanda più consumata dopo l’acqua. In Italia si stima che il 38% della popolazione consumi il tè ogni giorno.
Personalmente è forse la bevanda che consiglio di più dopo l’acqua, perché con le sue diverse tipologie e aromi è adatto praticamente a tutti. Inoltre, a seconda del tipo di tè scelto, si può consumare in ogni momento della giornata. Utile nelle diete dimagranti, non perché “bruci i grassi”, come erroneamente si dice del tè, ma perché ha un effetto rilassante e toglie la voglia di dolce, specie se si scelgono le versioni aromatizzate al cioccolato. Diversi sono i benefici del tè, ma altrettanto varie sono le sue tipologie.
Secondo la leggenda, a scoprire il tè fu l'imperatore cinese, Shen Nung, nel 2700 a.C. che aveva notato come le foglie di questa pianta (Camellia sinensis) potessero conferire un ottimo profumo se immerse in acqua. Ciò che è certo è che i monaci buddhisti introdussero questa bevanda in Giappone già nel 1200 d.C., creandoci attorno un vero e proprio rito tradizionale che viene ripetuto talvolta ancora oggi.
Nel continente europeo il tè arrivò nel 1600, grazie ad alcuni commercianti olandesi che lo importarono direttamente dalla Cina, e la Gran Bretagna divenne ben presto il paese che lo consumava in maggiori quantità. Il consumo del tè è stato poi diffuso negli anni grazie anche ai film, pensiamo a “Mary Poppins” o a “Edward mani di forbice”, andando a creare un vero e proprio momento simbolo di relax, chiamato spesso “Wonderful time”.
Oggi il consumo del tè non è più relegato al classico tè delle cinque britannico, ma si è diffuso in tutto l’Occidente come un’abitudine da portare avanti in diversi momenti della giornata. In Italia, nella maggior parte dei casi il tè viene consumato a metà mattina o durante il pomeriggio, quindi nelle pause degli spuntini.
La pianta del tè proviene dalla famiglia delle Camelliae, e si chiama Camellia sinensis, originaria dei climi tropicali e subtropicali. Ci sono due varietà principali di tè: la Sinensis e la Assamica, ma vi sono poi diversi ibridi. I diversi tipi di tè dipendono dalle condizioni in cui vengono coltivati, quindi dal clima e l’altitudine, ma anche dal tipo di cultivar usata e dal periodo di raccolta. La cosa che, però, rende conto della grande varietà di tè è la lavorazione che la pianta subisce post-raccolta.
Il tè verde è un tè che subisce un processo che blocca l’ossidazione delle foglie, attraverso il vapore o la cottura in forni o padelle. Le sue foglie sono infatti verdi e il suo aroma, una volta messo in infusione, varia a seconda che subisca vapore o cottura di altro genere. La sua infusione dovrebbe avvenire per pochi minuti a 70-80 °C.
Il tè nero comprende in realtà diverse tipologie di tè più o meno pregiate, ma in ogni caso, a differenza del tè verde, quello nero viene fatto ossidare in modo naturale dopo la raccolta. L’ossidazione avviene in diverse fasi e determina l’aroma e il sapore delle diverse tipologie di tè nero. Il tè nero si prepara in infusione per 2-4 minuti a 90 °C.
Il tè Rooibois non è prodotto, in realtà, dalla Camellia sinensis come gli altri tipi di tè, ma dalla lavorazione delle foglie di Asphalatus linearis, una pianta che cresce nel sud dell’Africa e che appartiene alle leguminose. I gambi della pianta sono rossi e sottili, con foglie verdi. Queste ultime vengono raccolte e ossidate, e cambiano così colore diventano color mogano-rosso. Se ne ricava un infuso comunque considerato un tè, che ha la particolarità di non contenere caffeina, a differenza degli altri tipi di tè. È, quindi, indicato per qualsiasi momento della giornata e per i bambini.
Molto noto è il tè matcha, che non è altro che un tipo di tè verde in polvere, macinato finemente e prodotto solo in Giappone. Per la sua preparazione vengono usate sia le foglie che i germogli della pianta: questi ultimi influenzano il grado di colore verde del tè e anche il suo gusto. Il tè matcha, oltre che come bevanda, viene usato per diversi scopi, sia in pasticceria che nella ristorazione in generale. Come per il tè verde, anche nel tè matcha si blocca l’ossidazione delle foglie, questa volta, però, unicamente tramite vapore. Viene poi essiccato e raffreddato, e successivamente macinato a mano con delle pietre apposite in modo da ottenere una polvere davvero finissima. Il suo consumo tradizionale prevede l’uso della polvere mescolata ad acqua calda e frullata in modo da ottenere una leggera schiuma, chiamata “spuma di giada”.
I benefici del tè sono numerosi e prevalentemente associati al loro contenuto di polifenoli, fra cui flavonoidi. In particolare, sul tè Rooibois sono stati effettuati diversi studi che associano al consumo di questo tè un effetto antiossidante, lo stesso riscontrato anche nel caso del tè verde e del tè nero. Inoltre, grazie al contenuto di amminoacidi come la L-teanina e ai flavonoidi in esso presente, il tè ha anche azione neuroprotettiva e rilassante. Alcuni studi hanno evidenziato che il consumo di tè ad un effetto contro lo stress psicologico e fisico. Questo è maggiormente associato al tè verde, visto il suo più alto contenuto di polifenoli che sembrano svolgere un’azione positiva in questi meccanismi.
Grazie alla presenza di antiossidanti, il tè aiuta nella riduzione del rischio di patologie croniche, come il cancro, ma anche patologie cardiovascolari. In particolare, il tè verde e il tè nero, infatti, hanno un effetto antipertensivo grazie al contenuto di teofillina, aiutando quindi nella gestione della pressione arteriosa e riducendo il rischio delle patologie ad essa connesse. Attenzione all’aggiunta del latte, perché riduce il potere antiossidante del tè dato che rallenta l’assorbimento dei polifenoli.
Le controindicazioni del tè sono davvero poche e rivolte soprattutto a quei tè che contengono caffeina e che quindi non andrebbero consumati di sera, specie per chi soffre di insonnia. Inoltre, non può essere consumato a digiuno in caso di alcuni disturbi gastro-intestinali, come reflusso gastro-esofageo, dispepsia, gastrite e ulcera-peptica, perché ne peggiora i sintomi. Va limitato anche in caso di ernia iatale, stabilendo un grado di tolleranza che è sempre soggettivo.
Per approfondire:
http://eprints.gla.ac.uk/40343/
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0254629911001086
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