Tra le tossinfezioni alimentari la listeriosi assume un ruolo importante quale emergenza sanitaria nelle donne in gravidanza. Vediamone sintomi, diagnosi e strategie di prevenzione
Le malattie infettive veicolate dagli alimenti e dall’acqua contaminati dai microrganismi patogeni e/o dalle loro tossine sono definite infezioni e tossinfezioni alimentari.
Si caratterizzano per:
- bassi valori di dose infettante;
- periodi di incubazione variabili;
- attiva proliferazione dell’agente patogeno che potrà avvenire sia dopo l’ingresso nell’organismo ospite (uomo) che nell’alimento stesso (intossicazioni alimentari);
- sintomi a livello dell’apparato gastroenterico e/o sistemico.
Benchè allo stato attuale a livello mondiale si contino più di 250 tossinfezioni alimentari ho voluto focalizzare l’attenzione sulla listeriosi, una malattia infettiva batterica provocata da Listeria monocytogenes, specie batterica in grado di sopravvivere nel suolo anche a condizioni estreme (alti valori di temperatura, pH e pressione osmotica) e per tale motivo di essere trasmesso attraverso l’ingestione di carni contaminate e di verdura contaminati da acqua e feci di animali contenenti il batterio (Tabella n.1).
TEMPERATURA | PH | |
MINIMO | 0° C | 4,39 |
OTTIMALE | 25 - 30° C | 6,5 - 8,0 |
MASSIMO | 9.5°C | 9.5 |
La listeriosi può colpire soggetti sani che nel momento dell’ingestione del cibo contaminato possono presentare dei fattori predisponenti temporanei:
- alterazione del microbiota intestinale;
- variazioni del pH a livello gastrico (assunzione di cibo a stomaco vuoto);
- danni a carico della mucosa intestinale;
- concomitante presenza di altro agente patogeno.
In questi soggetti adulti con un buono stato di salute la malattia può presentarsi inizialmente in forma asintomatica e portare alla comparsa di sintomi a livello gastroenterico solo quando il livello di carica batterica diventa elevato. La manifestazione clinica è una gastroenterite acuta febbrile dovuta alla produzione da parte di L. monocytogenes di tossine (emotossina). Tale forma è autolimitante.
La forma più grave di listeriosi colpisce specifiche categorie a rischio:
- Adulti immunocompromessi e anziani (AIDS, patologia oncologico, cardiaca, renale, diabete). I sintomi iniziali sono: febbre, nausea, vomito e cefalea con o senza batteriemia. In 1/3 dei casi si ha la comparsa di meningite. Più raramente si hanno manifestazioni a livello osteoarticolare e cardiaco.
- Donne in gravidanza possono presentare una sindrome simil-influenzale caratterizzata da rialzo febbrile e altri sintomi aspecifici (dolorabilità a livello delle articolazioni, senso di affaticamento e gastroenterite).
Il danno maggiore si può presentare a carico del feto se l’infezione è contratta dalla puerpera durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza con conseguente morte intrauterina. La listeriosi durante il terzo trimestre porta a conseguenze nel neonato come la prematurità, la meningite e gravi danni a carico di diversi organi.
Diventa fondamentale per quest’ultima categoria a rischio essere seguita durante tutto il periodo della gravidanza dal punto di vista nutrizionale, non solo per quanto riguarda una corretta alimentazione ma soprattutto per fornire alla gestante le regole per una corretta prevenzione contro la listeriosi.
- evitare i formaggi a pasta molle e semimolle, con croste e muffe (Brie, gorgonzola);
- prima di consumare i formaggi a pasta dura da latte pastorizzato è bene eliminare la crosta;
- lavare accuratamente la verdura;
- consumare carne e pesce ben cotti;
- evitare di consumare il pesce affumicato;
- non mangiare patè o creme di carne fresche e di verdure;
- evitare di consumare hot dog, hamburger ed alimenti pronti al consumo se non riscaldati ad elevate temperature;
- gli avanzi di cibo devono esser riscaldati ad alte temperature (˃75 C°) prima di essere consumati;
- evitare il consumo di cibo da gastronomia contenente carne o altri prodotti elaborati.