I comportamenti che assumono i bambini nel quotidiano: cosa si intende per comportamento scorretto, educare alle conseguenze, l'educazione come risorsa indispensabile e esempi quotidiani
Molti bambini nel quotidiano, sono protagonisti di comportamenti scorretti. Ma cosa si intende per comportamento scorretto? Sono quei comportamenti esagerati, impulsivi e precipitosi, che il bambino assume per esternare il proprio disappunto verso una data situazione. Nella maggior parte dei casi i bambini ignorano le conseguenze dirette che possono sopraggiungere nell'immediato, a seguito di tali condotte.
Le conseguenze inevitabili che derivano da un certo tipo di comportamento, non possono essere programmate o controllate. Ad esempio: un bambino che passa davanti ad un altro bambino in fila a scuola è un tipo di atteggiamento che farà in modo che l'altro bambino (colui che ha subìto il comportamento sbagliato), non abbia più voglia di giocare col bambino che si è comportato male. L'insegnante, il genitore o l'adulto in generale, non può pianificare o controllare tale conseguenza, ma potrà intervenire nella situazione in un altro modo: potrà discutere dell'incidente con i bambini, in modo da aiutarli a capire la correlazione tra scelte e conseguenze naturali.
Sensibilizzare il bambino, facendogli comprendere il rapporto causa-effetto, aumenterà la riflessione rendendolo capace di anticipare le conseguenze dirette del proprio comportamento e di adattarlo adeguatamente.
Per molti adulti è difficile trovare il modo più efficace nell'educare il bambino alle conseguenze dei propri comportamenti. Queste difficoltà derivano, alle volte, da uno schema educativo che il genitore stesso ha ricevuto e che ripropone fedelmente senza metterlo in discussione, anzi reiterandolo anche se non sortisce l'effetto desiderato. Di seguito sono riportati alcuni comportamenti funzionali che possono aiutare a prendere in mano la situazione:
comportarsi con fermezza e gentilezza, cercando il più delle volte di comprendere;
favorire e incoraggiare l'autonomia, evitando nel modo più assoluto di fare le cose al posto loro;
comportarsi in modo coerente per aiutare il bambino a capire cosa deve sempre aspettarsi;
rispettare e accettare nei limiti, le scelte che effettuano i bambini;
riconoscere il problema, parlarne ed evitare di assumersi le responsabilità delle loro azioni;
dare sempre il buon esempio, parlando meno e agendo di più.
Noi adulti, con un minimo di riflessione, possiamo prevedere le conseguenze di alcuni comportamenti, quindi è bene evitare che accadano. Stiamo attenti quando vediamo un bambino in pericolo, non aspettiamo che accada quello che facilmente possiamo intuire. Anche quando il comportamento del bambino si ripercuote negativamente su altre persone e lo vediamo o lo capiamo a causa di condotte molto palesi, non attendiamo che faccia del male ad un suo simile. In più, prevediamo e gestiamo il comportamento del bambino quando potrebbe compromettere il benessere della propria o altrui salute e se il bambino sembra incapace di comprenderne l'impatto.
Ad esempio: un atteggiamento iperprotettivo evita al bambino di sperimentare le conseguenze delle proprie azioni. Quindi, il bambino non sarà in grado di riconoscere e gestire un fallimento o di imparare dai propri sbagli.
Le conseguenze incrementano il grado di maturità del bambino, imparando gradualmente a prendere in considerazione il potenziale impatto delle proprie azioni. Concedere ai bambini la sperimentazione delle conseguenze del loro comportamento, porta ad una consapevolezza immediata delle proprie azioni. Noi adulti possiamo esaminare attentamente in che modo una conseguenza naturale influenzerà il bambino, innalzando il suo livello di apprendimento.
Utilizzare sempre questi mezzi con parsimonia e buon senso.
Le conseguenze naturali non sono molto efficaci nei bambini in età prescolare e nei bambini da poco scolarizzati, poiché a questa età non si ha un substrato psicologico in grado di far comprendere che le conseguenze sono il risultato diretto del loro comportamento.
E' bene che i bambini siano in grado di percepire la correlazione tra causa ed effetto del proprio comportamento e che siano capaci di applicare alle situazioni che si presentano, ciò che hanno imparato. L’obiettivo è quello di aiutare i bambini a capire il significato delle conseguenze dei propri comportamenti, nella pratica.
Di seguito, alcuni esempi nel quotidiano di comportamenti scorretti e alcuni suggerimenti per la gestione.
Comportamento sbagliato: Paolo non vuole mettersi a tavola con la sua famiglia perché non gradisce il cibo preparato.
Conseguenza: sentirà fame se non mangia.
Intervento proattivo: evitare rimproveri (“non mangi mai!”), mostrare comprensione (“mangiare è importante”), motivare e incoraggiare il bambino (“quale cibo vorresti mangiare?”), verbalizzare ciò che prova il bambino (“sei arrabbiato?” - “sei triste?”).
Comportamento sbagliato: Valerio ha detto alla mamma di non aver compiti per casa.
Conseguenza: andrà a scuola senza compiti.
Intervento proattivo: evitare rimproveri (“non studi mai!”), mostrare comprensione (“so che vuoi fare altro ma lo farai dopo”), motivare e incoraggiare il bambino (“prima fai i compiti e poi giochi”), verbalizzare ciò che prova il bambino (“sei stanco?” - “vuoi leggere?”).
Comportamento sbagliato: Giorgia parla sempre in classe e disturba.
Conseguenza: La maestra le metterà una nota.
Intervento proattivo: evitare rimproveri (“parli sempre e ti distrai!”), mostrare comprensione (“non è bello prendere una nota”), motivare e incoraggiare il bambino (“sono sicuro che non la prenderai più”), verbalizzare ciò che prova il bambino (“sei triste?” - “sei arrabbiata?”)
Comportamento sbagliato: Maria non riordina mai la sua cameretta.
Conseguenza: La stanza è in disordine e non trova mai le sue cose.
Intervento proattivo: evitare rimproveri (“la tua stanza è sempre in disordine!”), mostrare comprensione (“perdi tanto tempo per trovare le tue cose, ti capisco...”), motivare e incoraggiare il bambino (“ordiniamo insieme la camera così dopo riesci a trovare tutto”), verbalizzare ciò che prova il bambino (“cosa pensi della tua stanza?”)
La comprensione e l'assertività ci allargano la mente e ci aiutano a capire, nell'immediato, la soluzione più adatta per poter porre rimedio ad una determinata circostanza. Tuttavia è importante assumere, con i propri bambini, un comportamento incisivo quando c'è bisogno e gentile o comprensivo quando la situazione lo richiede.
I bambini hanno sempre bisogno di regole per la loro crescita funzionale, sta a noi capire le modalità più adatte per comunicarle.