Una nuova classe di anticorpi monoclonali (mAbs) potrebbe rivoluzionare il trattamento profilattico dell’emicrania. Erenumab è il primo ad essere stato approvato ed utilizzato in Italia
L’emicrania rappresenta il più comune disordine neurologico riscontrato nella pratica clinica, ne è affetto il 14,7% della popolazione generale. Essa risulta tra le malattie invalidanti più diffuse al mondo come evidenziato dal Global Burden of Disease Study del 2010 condotto dalla World Health Organisation. La natura “episodica” (ICHD-3 1.1 and 1.2) di tale disordine neurologico evolve naturalmente in un elevato numero di casi nella condizione definita “emicrania cronica” (ICHD-3 1.3).
Un’elevata percentuale di pazienti affetti da emicrania episodica e cronica trae beneficio dalla terapia medica dell’attacco acuto e dall’impostazione di un’adeguata e personalizzata terapia profilattica, tuttavia una minoranza di pazienti diviene, nel tempo, non responsiva alla terapia farmacologica convenzionale. È noto, inoltre, che l’eccessivo uso di farmaci analgesici favorisce il processo di cronicizzazione delle cefalee primarie (ICHD-3 8.2).
In questo contesto, al fine di garantire una profilassi efficace dell’emicrania, sono stati sviluppati negli ultimi anni quattro anticorpi monoclonali, di cui tre (galcanezumab, eptinezumab, fremanezumab) diretti contro il peptide correlato al gene della calcitonina (calcitonin gene-related peptide - CGRP), un neuropeptide ampiamente distribuito nel sistema nervoso centrale e periferico con un complesso ruolo nella patogenesi dell’emicrania, ed uno diretto contro il recettore CGRP (erenumab).
Tali anticorpi rappresentano il primo trattamento specifico per la prevenzione dell’emicrania e, nel prossimo futuro, potrebbero sostituire in parte o completamente i farmaci profilattici attualmente in commercio, “prestati” da altre classi farmacologiche (antidepressivi, antiepilettici, antipertensivi), la cui efficacia nella prevenzione emicranica è stata scoperta per caso ed i cui effetti collaterali sono molteplici.
Erenumab è il primo anticorpo monoclonale interamente umano volto ad antagonizzare il recettore del CGRP approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) per il trattamento profilattico dell’emicrania. Da scheda tecnica Il trattamento è destinato a pazienti con almeno 4 giorni di emicrania al mese quando iniziano il trattamento con Erenumab.
Sono stati, recentemente, pubblicati due studi di fase II (uno per l'emicrania episodica e uno per l'emicrania cronica) e due studi di fase III per l'emicrania episodica che dimostrano l'efficacia e la sicurezza di Erenumab nella prevenzione dell'emicrania.
Nell’emicrania cronica, Erenumab ha dimostrato, in uno studio RCT di fase II, una significativa riduzione dei giorni mensili di emicrania rispetto al placebo. Si stanno accumulando dati sull'efficacia e la sicurezza del farmaco nei contesti real-life, con risultati sempre più incoraggianti e miglioramenti duraturi dei giorni mensili di emicrania con riduzioni anche ≥50%, ≥70% ed in alcuni casi, scomparsa degli attacchi, con riduzioni pari al 100% dei giorni mensili di emicrania.
Riportiamo, nel presente articolo, i primi risultati di uno studio osservazionale prospettico multicentrico (Centro Cefalee Regionale AOR San Carlo, Potenza e Dipartimento di Neuroscienze, Ospedale S. Giovanni di Dio, Crotone) iniziato a febbraio 2019 e tuttora in corso.
Tutti i pazienti inclusi nello studio, soffrivano di emicrania cronica e tale condizione clinica era diagnosticata in base alla terza edizione della 'Classificazione internazionale delle cefalee' (ICHD-3). I pazienti avevano fallito o presentavano controindicazioni per almeno tre farmaci utilizzati di routine per la prevenzione dell'emicrania. Un periodo di 1 mese di osservazione, mantenendo la terapia profilattica in atto, era seguito da un periodo di 3 mesi, durante i quali ogni paziente veniva trattato con Erenumab 70 mg, a cadenza mensile. In accordo con le linee guida “Initiative on Methods, Measurement, and Pain Assessment in Clinical Trials” (IMMPACT) venivano consegnati ad ogni paziente dei diari mensili, appositamente progettati per l’emicrania, sui quali riportare le specifiche misure di efficacia routinariamente utilizzate negli studi scientifici internazionali, tra cui il numero dei giorni mensili di emicrania, il numero dei giorni mensili in cui venivano utilizzati farmaci analgesici a causa dell’emicrania, l’intensità del dolore degli attacchi emicranici valutata su una scala numerica (NRS) da 0 a 10.
La sicurezza e la tollerabilità del trattamento con Erenumab in questi pazienti venivano valutate ponendo specifiche domande al paziente nel corso delle visite mensili di follow-up programmate. La disabilità correlata al mal di testa era valutata utilizzando il punteggio del questionario sugli effetti del mal di testa (HIT-6).
Un totale di 10 pazienti CM (9 femmine/1 maschio) ricevevano almeno tre iniezioni mensili di Erenumab a partire da febbraio 2019. Nove dei 10 pazienti (90%) trattati con Erenumab ottenevano una riduzione ≥ 30% dei giorni di emicrania mensili dopo tre mesi, tra questi cinque pazienti (50%) riportavano una riduzione ≥ 50%, un paziente una riduzione ≥ 75%, un paziente una scomparsa degli episodi emicranici con una riduzione dei giorni mensili di emicrania pari al 100%. In tutti i pazienti reclutati nello studio, si registrava una significativa riduzione dell’assunzione di analgesici, dell’intensità media del dolore emicranico e delle altre misure di efficacia adottate. Inoltre, il punteggio medio HIT-6 era significativamente ridotto da un valore medio di 72 a 66 nei primi 3 mesi di follow-up. Tutti i pazienti, dopo la prima fase dello studio, concordavano nel continuare a ricevere il trattamento mensile con Erenumab. Non sono stati segnalati effetti avversi.
In conclusione, anche se trattasi di una fase preliminare su un numero esiguo di pazienti, questo studio conferma che Erenumab è altamente efficace e tollerato nella prevenzione dell’emicrania cronica già nelle prime fasi di trattamento, anche in un contesto di real-life.