Parliamo della distorsione della caviglia, comunemente nota come "storta", vedendone i sintomi, le diverse tipologie e i trattamenti
La distorsione alla caviglia, gergalmente chiamata storta, è un danno articolatorio provocato da un trauma con il conseguente allungamento o rottura di uno o più legamenti.
La frenetica vita quotidiana, l’incremento di attività sportiva e l’utilizzo di calzari non adatti ha aumentato la percentuale di persone che almeno una volta nella propria vita ne hanno sofferto.
Nel mio lavoro quotidiano assisto in maniera significativa a questa problematica. La percentuale di soggetti femminili mi sembra maggiore, in quanto vi è un utilizzo quotidiano o saltuario di scarpe non idonee alla stabilità del piede.
Approcciando anche pazienti in ambito sportivo, posso constatare come spesso i soggetti sportivi, di ogni età, ne risultano colpiti. In particolar modo molti pazienti che praticano basket o calcio si recano spesso nel mio studio in seguito ad un tale evento traumatico.
Spesso il soggetto che ha subito tale trauma riferisce gonfiore, dolorabilità alla palpazione e difficoltà nel camminare. Tra i primi interventi che esso attua vi è quello di apporre ghiaccio sulla zona dolente, al fine di sgonfiare il più possibile la caviglia.
Nonostante questi sintomi, il paziente spesso non è così informato da sapere che vi sono diverse tipologie di “storte” e che alcune possono essere decisamente più gravi di altre. La banalizzazione del problema è molto preoccupante, in quanto non si ragiona in maniera attenta sulle conseguenze posturali adattative che ci possono essere in seguito al trauma.
Nel caso più banale e, fortunatamente più frequente, il soggetto risulta avere unicamente un deficit di propriocettività. Questo termine, al volte difficile da pronunciare, è la capacità del corpo di sapersi muovere nello spazio. Un esempio molto semplice: il soggetto ha preso una distorsione alla caviglia sinistra e per qualche giorno tenderà a modificare la sua postura e di conseguenza caricare male il peso sulla caviglia destra. Sarà compito del terapeuta fare in modo che il soggetto torni ad assumere una postura corretta.
In questo caso il recupero funzionale può essere effettuato tramite manipolazioni osteopatiche, per quanto riguarda la mobilità, combinate con esercizi di riequilibrio propriocettivo. Nel caso in cui la distorsione avesse procurato una instabilità ossea, i tempi di recupero risulteranno essere più lunghi. Non essendo interessata la componente legamentosa, saranno spesso necessarie osteotomie, ovvero interventi chirurgici che interrompono la continuità di un segmento osseo al fine di ripristinare il corretto asse ed eliminare zone di sovraccarico.
Altro approccio verrà eseguito in casi di instabilità causata da lesione legamentosa. I legamenti maggiormente coinvolti sono quelli relativi all’articolazione astragalo-peroneale e sono: legamento peroneo-astragalico anteriore e peroneo calcaneare. Spesso in questi pazienti è inevitabile l’approccio chirurgico tramite operazioni mini-invasive per ridare stabilità alla caviglia.
Nonostante vi sia una grande paura della lesione tendinea, la distorsione che risulta essere più preoccupante è quella dovuta alla lesione cartilaginea. L’unica modalità d'azione è l’intervento di ricostruzione biologica della lesione cartilaginea associando il riallineamento scheletrico. Dopo aver indossato uno stivaletto gessato per quattro settimane, il paziente potrà essere aiutato nello svolgimento di piccoli esercizi e gradualmente tornare alla propria attività.
Data l'enorme differenza tra una tipologia di distorsione e l’altra, si consiglia al paziente di eseguire un esame strumentale per avere un perfetto quadro sintomatologico. Gli esami che vengono indicati sono la radiografia, la risonanza magnetica e la TAC, che ci aiutano rispettivamente se si pensa a lesione ossea, legamentosa o cartilaginea.
Una volta che gli esami strumentali ci hanno evidenziato se vi è o meno una lesione, il medico-terapeuta agirà di conseguenza. Se dovesse essere necessaria una terapia chirurgica, si dovrà aspettare un determinato periodo (spesso indicato dal chirurgo) per una riabilitazione.
Uno dei terapeuti in grado di agire in seguito ad una distorsione della caviglia è l'osteopata, categoria ancora in discussione in Italia. Dopo aver escluso le problematiche sopra citate tramite esami strumentali e senza prevaricare sul lavoro dei colleghi, procedo nel mio iter riabilitativo osteopatico. L’obiettivo dell’osteopata sarà di recuperare la mobilità dell’articolazione coinvolta e la forza elastica muscolare.
Le manipolazioni di un professionista non devono e non possono essere sufficienti per risolvere completamente il problema. Il paziente dovrà essere indottrinato nell’effettuare esercizi quotidiani a casa. Gli esercizi dovranno riguardare prevalentemente l’elasticità muscolare (tramite esercizi di stretching) e il recupero della propriocettività (tramite tavoletta propriocettiva o esercizi molto semplici).
Spesso noto con dispiacere, che si tende molto facilmente a recuperare la mobilità articolare, ma non sempre ci si concentra sull’aspetto propriocettivo. Un buon osteopata deve analizzare anche come il corpo si muove nello spazio. Il soggetto tende a caricare il peso del corpo maggiormente su un lato, in avanti o indietro? Il rischio di recidiva è molto alto se non vi è un’attenta analisi corporea posturale.
Nel marzo 2019 ho avuto l’onore di parlare e discutere con Carl Todd, medico osteopata del Chelsea F.C, squadra di calcio londinese, e della nazionale inglese di calcio. Secondo la sua esperienza, in ambito sportivo la recidiva è molto alta, in quanto spesso viene ridimensionata la componente propriocettiva per dare maggiore spazio a quella motoria. L’instabilità della caviglia viene sottovalutata e come disse il dottor Todd, immaginiamo il piede come una radice di un albero: “se la base è poco solida, come può lavorare bene il resto del corpo?”
L’osteopata approccia in questo modo i casi di distorsione della caviglia, ma non ci si dovrebbe soffermare solo sull’arto. Spesso in studio si presentano persone che da un giorno all’altro cominciano a soffrire di mal di schiena. Dopo aver escluso le possibili cause e avere fatto un’attenta analisi, si viene a scoprire che poco tempo prima avevano avuto una banale distorsione risolta con pochi giorni di riposo.
Secondo voi può una distorsione delaa caviglia dare origine al mal di schiena? Se involontariamente un soggetto assume determinate posture per contrastare il dolore alla caviglia, perché no?
È per questo che dopo aver ridato una corretta mobilità all’arto inferiore, l’osteopata ha una visione più globale e cerca di correggere gli eventuali adattamenti. Non sempre il paziente si accorge delle modifiche posturali in atto, per questo ci si deve rivolgere spesso ad un esperto osteopata. Bisogna ricordare che non è necessario arrivare in studio doloranti, spesso si possono prevenire i problemi in modo tale che il dolore si risolva il prima possibile o non si presenti affatto.
Un buon osteopata è quello che elimina un sintomo, un ottimo osteopata è quello che farà in modo che il sintomo non si presenti.