Cefalee muscolotensive: cause e approccio osteopatico

Osteopatia

Chi non ha sofferto di mal di testa almeno una volta? Ma di quale mal di testa si tratta? Vediamo nel dettaglio le cefalee muscolotensive, quali sono le cause scatenanti e qual è l'approccio adottato in campo osteopatico

Cefalee muscolotensive: di cosa si tratta?

Per cefalee muscolotensive intendiamo tutte quelle forme di mal di testa dovute ad un’eccessiva contrazione della muscolatura del collo e delle spalle. Muscoli che hanno la loro origine sotto l'occipite o comunque sul cranio, la cui eccessiva contrazione è causa di un'irritazione di alcuni nervi spinali che a loro volta saranno responsabili della sintomatologia.

Cefalee muscolotensive: le cause

Le cause possono essere molteplici:

  • dalle posizioni viziate mantenute per più tempo;

  • posture non corrette;

  • sovraccarico funzionale degli arti superiori;

  • traumi, come ad esempio il colpo di frusta o Wiplash;

  • situazioni degenerative di tipo artrosico della colonna cervicale;

  • problematiche a carico di due tra i recettori posturali più importanti del sistema tonico posturale, ovvero occhio e bocca;

  • problemi di origine gastrica o esofagea o cardiaca, polmonare o epatica;

  • e per ultime, ma non in ordine di importanza e frequenza, situazioni emotive stressanti.

Cefalee muscolotensive: cambiamento della postura globale

Tutte le cause elencate sono all'origine di un cambiamento di postura globale che il sistema mette in atto per garantire fino a che ne è in grado, il mantenimento dell'orizzontalità dello sguardo, condizione indispensabile per il buon funzionamento del sistema vestibolare e del sistema tonico posturale stesso. Tali correzioni, sono spesso a discapito della muscolatura sottoccipitale e della muscolatura del collo e delle spalle.

Il complesso dei muscoli posti tra l'occipite e le prime due vertebre cervicali, viene chiamato "dei muscoli equilibratori": ovvero aumentano o diminuiscono il tono a seconda delle esigenze proprio per conservare l'orizzontalita degli occhi, come dicevamo in precedenza. Ora è facile capire che condizioni sfavorevoli, costringeranno questa muscolatura a fare gli straordinari tutto il giorno, ovvero, a lavorare ad "alto tono". Condizione non ottimale in quanto l'eccessivo tono muscolare protratto nel tempo sarà più dispendioso in termini energetici, causerà un accorciamento e quindi una perdita di elasticità di questi muscoli con conseguente riduzione di mobilità del distretto OAE (occipite, atlante, epistrofeo).

All'interno della fitta rete disegnata da questi muscoli equilibratori, ci sono degli spazi lasciati liberi per il passaggio di nervi spinali, tra i più importanti:

- il nervo di Arnold o grande occipitale (responsabile appunto della cefalea di Arnold)

- il nervo piccolo occipitale.

Lo stato di contrazione eccessiva, sarà causa di un restringimento di queste zone di passaggio nervoso e questi nervi subiranno un'irritazione a causa del tessuto nervoso stesso o dei piccoli vasi che li vascolarizzano, dando luogo ad una sintomatologia riferita lungo tutto il territorio di innervazione.

Il primo step è sicuramente escludere previa visita medica specialistica, cause diverse all'origine della cefalea.

Dopodiché, accertato che una delle cause descritte in precedenza sia la responsabile della cefalea, intraprendere un ciclo di fisioterapia ed osteopatia sarà sicuramente la soluzione migliore per la risoluzione della sintomatologia e per correggere le cause posturali all'origine della cefalea e per prevenirne episodi futuri.

Cefalle muscolotensive: diagnosi

Innanzitutto, tramite un'attenta valutazione, che comprenderà un'accurata anamnesi e l'osservazione del paziente in stazione eretta, il terapista sarà in grado di intercettare le alterazioni posturali a carico dell'apparato locomotore ed ipotizzarne eventualmente l'episodio scatenante all’origine.

Una serie di test clinici successivi, che includeranno nella ricerca delle possibile cause anche le mobilità articolari, le eventuali tensioni a carico dell'apparato viscerale, soprattutto di quei visceri direttamente collegati al tratto cervicale della colonna e gli eventuali stati di alterazione di equilibrio del sistema nervoso, in particolare del sistema neurovegetativo, chiuderanno il quadro da cui iniziare ad impostare un percorso terapeutico.

Nella sequenza di test bisognerà necessariamente includere dei semplici test clinici per la valutazione del campo visivo, della convergenza o divergenza, sull'occlusione e lo stato di tensione della muscolatura masticatoria.

Cefalee muscolotensive: approccio osteopatico

Personalmente l'approccio che prediligo è sempre quello di iniziare col mettere le mani nella zona del dolore riferito dal paziente. Questo per dei semplici motivi: in primis dare al paziente la tranquillità di aver capito la zona dolente e possibilmente riuscire ad alleviare già con delle prime semplici manualità parte della sintomatologia; in secundis perché sicuramente nella zona interessata dal dolore, troverò parte delle situazioni disfunzionali da rimettere a posto.

Inizierò quindi a lavorare tutta la muscolatura sottoccipitale e la mobilità del distretto OAE fino a percepire miglioramenti da parte dei tessuti interrogati.

Successivamente rivolgerò la mia manualità in tutti quei distretti articolari, muscolari, viscerali limitrofi o a distanza che durante la valutazione ho reputato possibili parti in causa della sintomatologia.

Un occhio di riguardo va sicuramente rivolto alla muscolatura masticatoria, quindi muscoli masseteri, temporali, pterigoidei, sopra e sotto ioidei, che sempre più spesso sono costretti ad un lavoro eccessivo, grazie al dilagare di situazioni come il bruxare, il digrignare, il serrare i denti ed altre situazioni malocclusali.

Al pari della muscolatura oculomotrice, spesso causa di difetti del campo visivo o di convergenza e divergenza.

Torace e addome sono distretti molto influenti sulle cervicalgie e sulle cefalee muscolotensive. Un tessuto fasciale profondo lega direttamente le vertebre cervicali con organi come cuore, polmoni, e ingloba sterno, osso ioide, muscolo diaframma, vertebre lombari e dorsali fino all'osso sacro. Una fitta rete di tessuto connettivo la quale, qualora andasse incontro ad addensamenti e perdita di elasticità, tenderebbe a chiudere anteriormente tutta la postura dell'intera colonna vertebrale. Questa compenserà aumentando, grazie al lavoro ad alto tono sempre dei muscoli sottoccipitali e del collo, la lordosi cervicale per ristabilire sempre l'orizzontalità dello sguardo. Andando a ricreare così quello stato tensivo, di aumento di tono, di contrazione di tutta la muscolatura del collo che sarà poi all'origine della cefalea.

Cefalee muscolotensive: aspetto emozionale

Da non trascurare l'aspetto emozionale, emotivo, psicosomatico che potrebbe essere all'origine di tale stato muscolotensivo.

  • Stress;

  • ansia;

  • preoccupazione;

  • paura.

Queste situazioni possono creare un disequilibrio dei due sottosistemi neurovegetativi del sistema nervoso, con uno sbilanciamento in favore del sistema ortosimpatico e l'attivazione a catena di circuiti ormonali che a livello sempre del tessuto connettivo fasciale causeranno sempre un addensamento ed uno stato di eccessivo tono con conseguenti cambiamenti posturali a cui seguiranno i compensi da parte della colonna cervicale. Inoltre manterrà attivi per un tempo eccessivamente prolungato “marcatori somatici", indice proprio dell’eccessiva attivazione del sistema ortosimpatico come ad esempio l’aumento della frequenza cardiaca, l'aumento degli atti respiratori, la difficoltà nell'avere un riposo notturno adeguato, l'inibizione di tutte quelle funzioni viscerali a pannaggio del sistema parasimpatico: digestione, peristalzi, lavoro di tutti i sistemi di pulizia.

Vedete quante potrebbero essere le cause all'origine di una cefalea muscolotensiva e quanti sono i possibili approcci a livello osteopatico che vi potranno aiutare a risolverle insieme ad alcuni accorgimenti nella conduzione di uno stile di vita più adeguato.

Contatta l'autore