Le ernie discali

Osteopatia

Spieghiamo nel dettaglio cosa sono le ernie discali, quali sono i segni clinici e come poter risolvere la problematica

Con il termine ernia discale si intende una dislocazione del nucleo polposo nel canale spinale del rachide cervicale, toracico, lombare o lombo-sacrale.

Disco vertebrale: come funziona

Fig.1
Fig.1

Il concetto su cui kapandji e J. M. Littlejohn hanno basato la loro meccanica vertebrale è la "Pince Ouvrante" (Fig.1), ovvero una leva di primo tipo dovre avremo un pilastro posteriore con funzione dinamica, i peduncoli come fulcro e un pilastro anteriore come funzione statica. La sostanziale differenza consiste nell'avere una zona anteriore (discale) con funzione di ammortizzazione diretta passiva, mentre una zona posteriore (muscoli docce vertebrali) con funzione di ammortizzazione indiretta attiva.

Disco vertebrale: come agisce

Il disco è composto da una parte centrale (nucleo) composto da circa l'88% di acqua e una parte periferica composta da anelli fibrosi inestensibili (Fig.2). Ciò comporta un alloggiamento sotto pressione, ma per quale motivo?

Fig.2

Nell'ingegneria edilizia, vi è un fenomeno simile a quello del disco intervertebrale: il calcestruzzo precompresso. In entrambi i casi si viene a formare uno stato di "precompressione" dovuto alla presenza di uno stato di pretensione, nel caso del calcestruzzo dato da tiranti metallici, mentre nel caso del disco dalla tensione idrofila che tende in entrambi i casi a espandersi in uno spazio inestensibile. 

Cosa succede allora quando un disco viene compresso da forze assiali simmetriche se non ha modo di espandersi? Il piatto vertbrale superiore tende a basculare (oscillare) inclinandosi dal lato della forza maggiore, il nucleo viene quindi deformato e aumenta la sua pressione nel lato opposto. A questo punto il piatto superiore, per slittamento a causa del fenomeno di precompressione, insieme alla resistenza dell'anello, riporterà il piatto vertebraale in posizione orizzontale. 

Questo meccanismo di autostabilizzazione è legato alla perfetta integrità strutturale dei due elementi "anulus" e "nucleo". Nel caso in cui uno dei due perdesse le proprie funzioni fisiche, il sistema perderebbe immediatamente la sua funzionalità (Fig.3). 

Fig.3

Ernie

Hirsch in un suo esperimento, dimostrò che un disco già precedentemente caricato, subendo violenti e improvvisi ulteriori sovraccarichi, iniziava a subire lesioni strutturali sulle fibre dell'anulus. A questo punto è solo questione di tempo prima che il sistema meccanico perda la sua efficienza, evolvendo prima in una protrusione e infine in un'ernia.

Classificazione delle ernie del disco

In merito alla sede è possibile fare una classificazione topografica delle ernie (Fig.4):

A - ernia mediana, quando l'erniazione è rivolta indietro lungo la linea mediana;

B - ernia paramediana, quando è posteriore e poco deviata dalla linea mediana;

C - ernia intraforaminale, quando interessa il forame di congiunzione;

D - ernia extraforaminale, quando la rottura dell'anulus avviene in un punto più laterale rispetto al forame di congiunzione.

Fig.4

E' possibile poi fare una classificazione delle ernie in rapporto al legamento longitudinale posteriore (Fig.5):

A - ernia contenuta, se l'ernia fuoriesce ma non supera il legamento longitudinale posteriore;

B - ernia espulsa, quando interrompe anche il legamento longitudinale posteriore;

C - ernia migrata, quando si stacca un pezzo e si interrompe il rapporto di continuità con il nucleo polposo centrale;

D - ernia scivolata, rimane sempre al di sotto del legamento longitudinale, però anch'essa si insinua verso il basso o verso l'alto.

Fig.5

Segni clinici dell'ernia del disco

Le ernie con radicolite vera, presentano dei segni clinici specifici, quali: RM positiva, Laseggue positivo, attitudine antalgica, territorio radicolare preciso e totale, ROT (riflessi osteoarticolari) ridotti o assenti, EMG quadro di dinervazione nei muscoli innervati da quella radice, test punte talloni positivo, Valsalva positivo e Recul positivo.

Come intervenire per risolvere il problema

Sulle ernie si può intervenire in una infinità di modi: usando terapie elettromedicali, osteopatia, terapia manuale, rieducazione posturale e chirurgia nei casi più gravi. Ma fra tutte queste metodiche quale realmente può dare un cambio radicale allo stato fisiopatologico? Il vero sistema è una combinazione di elementi che devono sapere centrare in modo preciso la causa del problema e se, come abbiamo premesso, il funzionamento della meccanica vertebrale rispetta le regole fisiche, dovremo cercare chi sta lavorando fuori da questi schemi. Inoltre non possiamo lasciare il paziente in uno stato doloroso. Sarà fondamentale, pertanto, lavorare per liberare le zone ipomobili e di stasi create dalla compressione erniaria sui vasi e sulle radici nervose. 

Alain Bernard e Bertrand Rochard nel "Trattato di Osteopatia strutturale" non considerano l'ernia di per sè, ma fanno un discorso biomeccanico di sintesi eccellente, trattando a cascata tutte le articolazioni entrate in disfunzione e in compenso. Questo cosa comporta? Comporta che usando una logica globale, siamo in grado di correggere il parametro specifico in modo tale da rimuovere il blocco articolare e la compressione delle strutture neurologiche e vascolari, per poi andare a lavorare sulle articolazioni a distanza che hanno indotto l'iperlavoro meccanico della zona in disfunzione. A questo punto sarà interessante un lavoro sinergico con l'approccio viscerale (relazione viscero-somatica e somato-viscerale), un lavoro cranio sacrale (a livello duramerico e fluidico) e infine un approccio posturale (riequilibrare le catene muscolari).

Facciamo un esempio

Un esempio intuitivo può essere quello di un'ernia cervicale espulsa intraforaminale destra con radicolopatia:

- Il lavoro meccanico e manipolativo in Thrust sarà fondamentale per correggere il parametro di lateralità, creato dallo slittamento vertebrale dovuto all'erniazione del disco, che sarà responsabile del side bending ovvero l'inclinazione del collo da un lato (attitudine antalgica), si effettuerà quindi una tecnica diretta in lateralità riposizionando correttamente la vertebra in disfunzione, dando nuovamente il parametro di mobilità e consentendo una maggiore pervietà vascolare della zona congestionata.  Passeremo poi alla cerniera cervico dorsale C7-D1-K1 in correlazione alla pleura, la "zona ingrata", tratto dorsale ipomobile con forti correlazioni viscerali e infine il rapporto del sacro, principale fattore di problemi disfunzionali delle cervicali.

- La parte cranio sacrale avrà un ruolo importante sul bilanciamento delle tensioni durameriche e fluidiche.

- La componente posturale farà in modo di correggere gli schemi adattativi e i compensi che hanno alterato il corretto funzionamento delle catene muscolari fuori asse, la linea Centrale Gravitaria (la quale consente di poter stare in piedi senza alcun dispendio energetico), che J. M. Littlejohn nello studio delle sue meccaniche spiega essere la somma delle linee Antero Posteriore e Postero Anteriore (Fig.6).  

Fig.6

Naturalmente tutto ciò è limitato a delle ernie che non rientrano in casi severi, dove vi sia interruzione completa di segnale nervoso, pertanto anestesia, areflessia e perdita di funzione. In quel caso la competenza osteopatica si ferma e subentra quella chirurgica. 

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