La chirurgia della rinosinusite cronica

Otorinolaringoiatria

La chirurgia ha un ruolo importante nel trattamento delle forme di rinosinusite cronica che non rispondono adeguatamente alla terapia medica. In questo articolo spiego gli aspetti fondamentali della chirurgia e le sue implicazioni per il paziente

Approccio chirurgico per la rinosinusite cronica

Quando il paziente non controlla adeguatamente la sintomatologia legata alla sinusite cronica, sia essa nella variante con i polipi o senza, nonostante una terapia medica adeguata, è indicato l'approccio chirurgico.

L'intervento viene ritagliato secondo le esigenze cliniche del paziente e mira all'allargamento di quelle che sono le aree funzionali del naso, ossia gli osti dei seni paranasali che costituiscono il passaggio fra queste cavità e la fossa nasale, che nella patologia infiammatoria cronica risultano ristretti. Questo permette alle secrezioni normalmente prodotte nei seni paranasali di uscire più agevolmente e nell'aria, durante l'espirazione, di entrare permettendo così l'instaurarsi di un meccanismo di benessere per la mucosa. Inoltre favorisce la penetrazione delle terapie nasali che così possono agire più estesamente ed efficacemente.

 

Come viene effettuato l'intervento?

Questa chirurgia avviene normalmente in anestesia generale e viene eseguita con tecnica endoscopica, ossia utilizzando l'endoscopio per visualizzare l'interno del naso e strumenti ad hoc per correggere le strutture anatomiche che restringono gli osti. Normalmente l'operazione non richiede una lunga ospedalizzazione, che a meno di condizioni particolari, prevede al massimo una notte di degenza. Normalmente dopo la procedura, vengono posizionati dei tamponi nasali che occludono il naso e hanno la funzione di prevenire il sanguinamento post-operatorio. Queste medicazioni nasali vengono generalmente mantenute in sede per 48 ore, per poi essere rimosse ambulatorialmente.

Chirurgia endoscopica dei seni paranasali

La procedura viene indicata comunemente con l'acronicmo inglese FESS, ovvero Functional Endoscopic Sinus Surgery, ossia chirurgia endoscopica dei seni paranasali di tipo funzionale, dove l'aspetto funzionale dell'approccio consta nel preservare le normali vie di drenaggio mucoso del naso.

Ci tengo a precisare alcuni aspetti che emergono frequentemente durante il dialogo con il paziente riguardo questa chirurgia. La FESS è una chirurgia che si esegue per migliorare la risposta ai trattamenti, per cui non è né una chirurgia salvavita, né una terappia esclusiva. Se il paziente non è motivato ad eseguire questa procedura, anche quando questa risulta essere fortemente indicata, non è necessario, tranne in casi rarissimi, procedere all'intervento. La chirurgia poi non è sostitutiva della terapia medica che deve essere in ogni caso intrapresa adeguatamente, sia nella modalità che nelle tempistiche, prima di pensare ad un intervento. Anche dopo la procedura questa dovrà essere proseguita e lo scopo principale della chirurgia e di migliorare la risposta a queste cure.

Per assicurare il più possibile degli esiti chirurgici adeguati viene impostato un programma di controllo che prevede delle medicazioni endosopiche per la toilette del naso. Queste medicazioni sono più frequenti nei primi mesi dopo l'intervento e vanno a diradarsi nel tempo, con il procedere della guarigione. Per considerare gli esiti di una FESS dovranno passare dai 3 ai 6 mesi. In genere, con le dovute attenzioni specifiche per ogni caso, viene prevista una medicazione a distanza di 15 giorni dalla rimozione dei tamponi, poi a distanza si un mese, infine a distanza di tre e sei mesi. Il paziente torna a riprendere l'attività lavorativa, a meno di casi particolari, in circa 7-10 giorni, mentre il beneficio completo del trattamento potrebbe richiedere dei tempi più lunghi, anche oltre il mese.

Complicanze e benefici dell'intervento 

Le complicanze dell'intervento sono rare e nella maggior parte dei casi di scarsa entità. Dipendono principalmente dalla partciolare sede anatomica che risulta in prossimità di strutture come gli occhi e la scatola cranica e ricca di vasi e strutture nervose. Questi devono essere ben valutati dal chirurgo, in base agli esiti dell'endoscopia e ancor di più dalla tomografia computerizzata (CT) e comunicati al paziente con l'intendo di raggiungere una scelta consapevole.

Il beneficio della procedura, quando a questa ci si arriva attraverso un percorso diagnostico corretto e una valutazione accurata dei pro e dei contro, è sostanziale.

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