La poliposi è una manifestazione della sinusite cronica caratterizzata dalla presenza dei polipi nasali che determinano una sintomatologia fastidiosa per il paziente. Un adeguato inquadramento diagnostico è necessario per fornire le cure migliori
La poliposi nasale è una patologia caratterizzata da un’infiammazione cronica del naso che porta alla formazione di estroflessioni della mucosa nasale, ossia il rivestimento che riveste le cavità nasale, che crescendo nel tempo possono determinare sintomi, come ad esempio l’ostruzione respiratoria nasale e lariduzione o perdita dell’olfatto.
C’è da precisare che, rispetto ad altre sedi anatomiche del corpo, come ad esempio il colon, i polipi nasali non hanno caratteristiche di evoluzione verso patologie diverse come ad esempio i tumori.
La poliposi nasale è un sottogruppo della rinosinusite cronica che storicamente è infatti classificata in due categorie, ossia
variante con i polipi
variante senza.
Questa classificazione, ancora largamente in uso, risulta però troppo semplicistica. Difatti la natura dei disturbi infiammatori cronici che porta allo sviluppo della rinosinusite cronica e della poliposi nasale non è del tutto compresa e questa classificazione dicotomica risulta inadeguata a descrivere la patologia.
Le conoscenze attuali attribuiscono l’origine di questo disturbo dall’interazione di molteplici fattori relativi alle caratteristiche del paziente e la sua esposizione ai diversi fattori ambientali, ed è per questo che la si ritiene una patologia ad origine multifattoriale.
Essendo di fatto una particolare manifestazione della sinusite cronica, la poliposi è diagnosticata attraverso gli stessi criteri diagnostici, che vedono l’associazione di sintomi quali l’ostruzione respiratoria nasale, la rinorrea (il naso che cola), la cefalea frontale, le algie facciali e la riduzione dell’olfatto, con le alterazioni evidenti alla valutazione endoscopica del naso e alla TC (tomografia computerizzata) del massiccio facciale.
Rispetto alla variante senza polipi i pazienti con poliposi tendono a presentare maggiormente quadri ostruttivi e con alterazione dell’olfatto, piuttosto che manifestazioni come il mal di testa frontale o mascellare. La poliposi è una patologia relativamente frequente, potendo interessare dal 2 al 4% della popolazione generale.
È una patologia cronica che tende a recidivare dopo i trattamenti effettuati, anche quelli chirurgici. La terapia per questa ragione è volta al controllo dei sintomi piuttosto che alla risoluzione completa della patologia. Il trattamento prevede la gestione dello stato infiammatorio della mucosa mediante l’utilizzo di farmaci steroidei, ossia a base di cortisone che è un potente antinfiammatorio, che possono nella maggior parte dei casi essere somministrati per via topica, quindi mediante spray nasali, la pulizia meccanica dalle secrezioni mediante i lavaggi nasali e la chirurgia endoscopica nasosinusale consosciuta sotto l'acronimo inglese di FESS (functional endoscopic sinus surgery).
Attualmente esistono anche delle nuove possibilità terapeutiche offerte da farmaci molto selettivi che agiscono su alcuni passaggi cruciali della cascata infiammatoria, ossia del meccanismo che porta allo sviluppo di queste forme infiammatorie croniche, rappresentate dagli anticorpi monoclonali. Questi sono definiti farmaci biologici e sembrano assai promettenti nella gestione di alcune formedi sinusite. La loro prescrivibilità da parte dell’otorinolaringoiatra è però ancora limitata.
Attualmente in Italia l'unico anticorpo monoclonale prescrivibile dall'Otorinolaringoiatra è il Dupilumab e sono pochi i centri in cui è routinariamente prescritto. Per l’inquadramento di questa malattia è importante valutare altri aspetti che frequentemente si associano a questo disturbo, come ad esempio l’asma e l’allergia. Il controllo di queste patologie non è svincolato dalla cura della rinosinusite cronica polipoide e frequentemente lo scarso controllo di uno di questi aspetti comporta una peggiore risposta ai trattamenti