Ecco cosa c'è da sapere per affrontare la menopausa con meno ansia e più consapevolezza
Si tratta di una condizione fisica particolare che interviene dopo i cinquant’anni? O ci riferiamo a un momento di passaggio fra la nostra età adulta e fertile e quella della maturità, associata alla infertilità? Tutte e tre le cose e molto altro. Una giornalista americana che si è estesamente occupata di questo tema, scrive: “la menopausa è come un’impronta digitale: qualcosa di strettamente individuale e singolare" (“Il Passaggio Muto”di Gail Sheehy). La menopausa è un processo che dura anni. È molto diverso da donna a donna, comporta cambiamenti di tipo fisico, psicologico, sessuale.
Iniziamo da tre definizioni di menopausa scritte da eminenti istituzioni:
- Ministero della Salute: la menopausa non è una malattia, ma un momento fisiologico della vita di una donna, che coincide con la perdita della sua fertilità.
- Enciclopedia Treccani: la menopausa è la scomparsa definitiva delle mestruazioni per cessazione della funzione ovarica.
- Organizzazione Mondiale della Sanità: per menopausa si intende la definitiva cessazione dei cicli mestruali, derivante dalla perdita della funzione follicolare ovarica ed è diagnosticata retrospettivamente dopo 12 mesi consecutivi di amenorrea.
Che cosa colpisce di queste tre definizioni diffuse dalle maggiori Agenzie Pubbliche che definiscono linee guida di indirizzo di politica sanitaria per l'Italia, come il Ministero della Salute e per l’intero pianeta, come l’Organizzazione Mondiale della Sanità? Personalmente mi colpisce quanto il concetto di menopausa sia stato semplificato, ridotto a mera funzione fisica, impoverito da tutte quelle sfumature utili a comprendere i suoi vari significati nonché i diversi piani sui quali agisce questo cambiamento.
La cessazione delle mestruazioni e la conseguente perdita della fertilità è solo uno dei fattori, insieme a tanti altri, che dovrebbero essere menzionati, per informare, preparare, accompagnare le donne in questo cruciale passaggio della loro vita. Ma prima di addentrarci nella descrizione di tutti i fattori fisici e psicologici collegati alla menopausa, vorrei spendere qualche parola sul contesto socio-culturale e demografico nel quale vivono e si adattano le donne e gli uomini di oggi, in un paese come l’Italia, caratterizzato da una economia occidentale fra le più avanzate d’Europa.
Non è una novità che l’aspettativa di vita, sia aumentata, se la confrontiamo con quella delle nostre madri e ancor più con quella delle nostre nonne. Una donna italiana, oggi cinquantenne, se non intervengono patologie può tranquillamente aspettarsi di vivere ben oltre i 90 anni.
I dati ISTAT 2018 sulla popolazione italiana ci dicono che:
• In Italia nel 2018 siamo più di 60 milioni;
• Le donne fra i 50 e gli 84 anni sono quasi 13 milioni, mentre gli uomini della stessa fascia di età sono poco più di 13 milioni, quindi le quantità si equivalgono;
• La popolazione fra i 90 e i 94 anni conta 166.000 uomini e 424.000 donne, rispettivamente il 28% e il 72%.
• La presenza degli over 100, conta 2600 uomini e 13.000 donne, rispettivamente il 16% e l’84%.
La generazione che va dai 50 ai 70 anni di oggi, può trovarsi ad avere a che fare con figli non ancora completamente sganciati e autosufficienti e non di rado avere uno o entrambi i genitori ancora in vita e sperimentare il piacere, ma anche la fatica, di assisterli, sistemarli, accompagnarli nella loro lunga vecchiaia. E’ tutto spostato in avanti. Le coppie fanno meno figli e li fanno spesso sempre più tardi.
La medicina rende possibili cose un tempo inimmaginabili, come ad esempio partorire il primo figlio dopo i 50 e in taluni casi dopo i 55 anni. Cura tumori un tempo incurabili, trapianta organi e arti, risolve gravi problemi di salute. Interviene su problemi estetici che possono costituire piccoli e grandi disagi per chi richiede interventi di questo tipo. La chirurgia plastica rende possibili interventi e ritocchi di ogni tipo e su qualsiasi parte del corpo, sia per le donne che per gli uomini. La nostra epoca insegue il mito dell’eterna giovinezza, del culto dell’immagine, nella sua accezione più narcisistica, al contempo promuove stili di vita sani finalizzati a mantenerci in salute più a lungo, nella sua accezione più lungimirante. In tutti i settori della medicina, la ricerca, non si ferma mai, regalandoci l’illusione onnipotente che saremo belli e sani fino al giorno fatidico. Ma è proprio così?
Quello che fa la differenza è come si arriva alla menopausa.
- Ecco perché è importante se una donna di 60 anni soffre a camminare o a piegare la schiena e la responsabile è l’osteoporosi
- È importante se una donna di 50 anni ha un’infarto
- E’importante se percepisce dolori articolari diffusi dovuti ad artrosi, nei suoi vari stadi
- E’ importante se una donna, è entrata in menopausa da poco e si trova ad avere rapporti sessuali dolorosi che prima non aveva, a causa dell’atrofia vulvo vaginale
E’ assolutamente necessario che le donne guardino dritto negli occhi queste possibilità, perché il modo in cui esse affronteranno la menopausa sarà determinante rispetto al rischio di ammalarsi di queste malattie, nel proprio immediato futuro. Anche se abbiamo un’aspettativa di vita più lunga, certi organi e funzioni del nostro corpo non resteranno certo immuni rispetto al processo di invecchiamento. Quindi che lo vogliamo o no possiamo legittimamente arrivare agli 80, ai 90 e forse oltre.
Ma come vogliamo arrivarci? Ogni donna dovrebbe fare un piccolo esame di coscienza e chiedere a sè stessa se, indipendentemente dall’età che ha, sta mettendo in atto delle buone pratiche nelle sue abitudini quotidiane, per affrontare l’auspicabile lunga vita che l’aspetta.
• Modificare alcune abitudini alimentari sbagliate, con l’aiuto di un nutrizionista
• Smettere di fumare
• Ridurre gli alcolici
• Migliorare la qualità del sonno
• Praticare attività fisiche con regolarità
• E per chi è in menopausa verificare con l’aiuto di specialisti preparati quali tipi di terapie sono più appropriate per contrastare gli effetti negativi dovuti alla drastica riduzione degli ormoni femminili.
Rosella Nappi, Ricercatrice dell’Università di Pavia, nell’ambito di un Congresso della Società Europea della Menopausa e Andropausa svoltosi ad Amsterdam nel 2017 dice: “…L’atrofia vulvo vaginale (AVV) o vaginite atrofica, rappresenta una sfida sul piano clinico, in quanto, essendo poco riferita dalle donne e non abbastanza riconosciuta dagli Operatori Sanitari, è trattata in modo insufficiente. Le donne sono spesso inconsapevoli del fatto che l’AVV è una condizione cronica progressiva che produce un impatto significativo sulla salute sessuale e sulla qualità della vita, ma per la quale sono disponibili trattamenti efficaci…”
Oggi per curare l’atrofia vaginale occorre prima di tutto:
• avere una diagnosi che confermi la presenza di questo problema è quindi necessario sottoporsi ad una visita ginecologica regolarmente
• cercare un ginecologo preparato al quale poter fare qualche domanda e che si prenda il tempo di darvi tutte le risposte e soprattutto le informazioni che sono necessarie per affrontare la vostra nuova condizione di vita. Diffidate da coloro che impiegano 15 minuti per visita, consulenza, Pap test compreso.
Si tratta di entrare in contatto con un cambiamento del quale probabilmente faremmo volentieri a meno, ma che è inevitabile. La menopausa non è un evento preciso, come la comparsa delle mestruazioni o il giorno del nostro primo rapporto sessuale, la menopausa è un processo che dura anni. Molte di noi si chiedono se sono in menopausa oppure no, quando arriverà, che cosa comporterà e intanto rimandan Se vogliamo entrare in ascolto con noi stesse, molti segnali fisici, psicologici, sessuali si percepiscono sia poco prima, che dopo l’avvento di questa particolare condizione.
Una donna può dirsi in menopausa soltanto dopo 12 mesi di amenorrea ininterrotta. Ma torniamo alle resistenze delle donne a farsi diagnosticare questo avvenimento, agli aspetti più segreti, più intimi, più profondi che a volte fatichiamo a confessare a noi stesse. La menopausa è associata al processo dell’invecchiamento, alla percezione di un declino del nostro corpo, alla perdita di energia e di elasticità, in alcuni casi anche alla perdita del desiderio e della eccitazione sessuale. Non è facile accettare questa fase della vita, che a differenza dell’adolescenza che ci ha viste sbocciare, questo momento della vita ci vede inevitabilmente sfiorire.
Ognuna di noi è in grado di mettere in atto i più sofisticati meccanismi di difesa per non affrontare la dura realtà. Riusciamo a negare certe evidenze davanti allo specchio, a decidere di andare dal chirurgo estetico per qualche ritocco, o in profumeria/farmacia per miracolosi quanto dispendiosi sistemi di cura, idratazione, nutrimento liftante della pelle, siamo in grado di rimandare all’infinito la ricerca di un ginecologo preparato in questo settore.
Rimandiamo, neghiamo l'evidenza, ci facciamo prendere dal panico di invecchiare, ci teniamo tutto per noi perfino in camera da letto, come se fosse disdicevole parlerne con il proprio partner, o tra amiche o con un professionista. Se non riconosciamo il problema, questo non esiste. Siamo tutte un pò struzzi che se mettono la testa sotto la sabbia, si illudono che una realtà sgradevole non esista. Ma non è così che facciamo il nostro bene e ci prendiamo cura di noi stesse.