Spesso possiamo trovarci a combattere stati d'animo come ansia, depressione e attacchi di panico. Quali sono le scelte che possiamo fare quando stiamo male emotivamente? Quando è meglio fare ricorso a psicofarmaci o quando è utile la psicoterapia?
Spesso la vita ci mette a dura prova facendoci affrontare situazioni difficili, quasi a testare le nostre forze, la nostra capacità di rispondere agli eventi che ci accadono.
In queste situazioni ognuno reagisce in modo diverso e a seconda del momento di vita che stiamo attraversando possiamo essere forti, oppure fragili e trovarci a combattere con ansia, depressione e attacchi di panico, poichè non riusciamo a far fronte a ciò che ci sta capitando.
Se ci troviamo a vivere questi stati d'animo, possiamo chiederci come fare per fronteggiarli e tornare a stare bene e sicuramente prendere in considerazione alcune possibilità: andare dal medico di famiglia e farsi prescrivere qualcosa che ci aiuti o rivolgersi direttamente a uno specialista per farsi dare farmaci più indicati? Oppure ancora decidere una via alternativa e scegliere di farsi seguire da uno specialista in psicoterapia?
Prima di tutto è necessario chiarire che ansia, attacchi di panico e depressione, non arrivano per caso ma sono provocati da qualcosa che non è andato per il verso giusto, una situazione, un evento più o meno grave che irrompe nella nostra vita, che modifica il nostro equilibrio e quindi può destabilizzarci.
A questo punto abbiamo diverse possibilità per stare meglio:
assumere psicofarmaci
iniziare un percorso di psicoterapia
assumere farmci supportati da un percorso di psicoterapia
Psicofarmacologia o psicoterapia sono approcci che utilizzano metodi d'intervento e teorie di base completamente differenti.
La psicofarmacologia interviene sul piano fisiologico e mentale, mediante la somministrazione di psicofarmaci, ossia di farmaci che agiscono sul funzionamento del sistema nervoso centrale.
La psicoterapia (la codiddetta "terapia della parola") agisce sulle cause emotive e cognitive del disagio psicologico utilizzando il colloquio e il rapporto tra terapeuta e paziente.
Questi due interventi sono generalmente forniti da due differenti tipi di specialisti della salute mentale: medici psichiatri da un lato e gli psicologi psicoterapeuti dall'altro. Gli psichiatri sono innanzitutto medici che hanno una formazione che si focalizza prevalentemente sugli aspetti fisici dell'essere umano e, di conseguenza, si occupa delle cure farmacologiche. Gli psicoterapeuti sono in genere degli psicologi e in quanto non sono autorizzati (nè formati) a somministrare psicofarmaci. Il loro intervento riguarda piuttosto gli aspetti comportamentali, mentali, emotivi e di comprensione della persona.
Innanzitutto, il farmaco non richiede fatica o impegno personale. È economico e riduce i sintomi nel giro di breve tempo. La ricerca psicofarmacologica è un'eccellente acquisizione per trovare utili soluzioni a dare sostegno chimico alle cellule coinvolte nell'elaborazione del pensiero e dei sentimenti. Rabbia, ansia eccessiva, umore sotto i piedi: il progresso della farmacologia ci permette di poter usufruire di molecole sempre più selettive e meno dannose, sempre più dosate su misura da parte dello psichiatra. Se però lo psicofarmaco viene usato senza psicoterapia, ha la funzione di mettere il silenziatore all'utile e perfetto campanello d'allarme dei sintomi e diventa un modo per "parcheggiare" i problemi, per rimandarne la soluzione.
Gli psicofarmaci in altre parole, intervengono sugli aspetti psicofisici del nostro problema, ma rischiano di cronicizzare il nostro malessere. Secondo la maggior parte degli scienziati, gli psicofarmaci non causano dipendenza fisica, ma possono provocare dipendenza psicologica, soprattutto a seguito del consumo prolungato, superiore ai cinque anni. Gli psichiatri in genere prescrivono i farmaci come supporto temporaneo, non come condizione da cui dovrà dipendere la vita del paziente.
Sebbene uno psicofarmaco aiuti a mantenere relativamente stabile lo stato d'animo non risolve il problema principale. Anche nei casi più gravi si consiglia un intervento di cura congiunto di tipo farmacologico e psicoterapico. La farmacologia (che lenisce i sintomi in superficie) va quindi sempre integrata con la psicoterapia che cura le cause in profondità. Gli esseri umani non sono solo un corpo dal punto di vista fisico e biologico, ma bensì esseri simbolici.
Questo vuol dire che i neurotrasmettitori condizionano il nostro stato d'animo in modo da permetterci di intraprendere e dare un senso alle nostre esperienze. Nessuna pastiglia però può dare un senso alla nostra vita. Un benessere duraturo viene raggiunto solo in seguito a percorsi che permettono di reintegrare e costruire nuovi significati
La prima cosa da chiarire è che nella vita ci scontriamo con situazioni in cui è normale stare male però, se non impariamo a controllare le emozioni negative che scaturiscono in questi momenti, queste potrebbero perdere la loro natura passeggera e diventare stabili nella nostra vita. I farmaci possono placare i nostri problemi di depressione o ansia in modo rapido, ma i benefici si placano dopo aver smesso la cura.
Invece tramite una valida terapia psicologica che si possono acquisire strumenti per gestire da soli queste emozioni negative. Strumenti che si possono continuare ad usare anche quando si è portata a termine la terapia. Oltre a fornire strategie di gestione emotiva utile per la vita, la psicoterapia non ha nè rischi per la salute nè gli effetti collaterali degli psicofarmaci.
Molte ricerche dimostrano che la risposta al trattamento psicologico è maggiore che al trattamento farmacologico. Il tasso di recupero è più elevato e diminuisce considerevolmente il rischio di ricadute. Questo fa sì, a sua volta, che i disturbi non diventino cronici. Il percorso psicoterapeutico richiede un coinvolgimento e un impegno personale e una volta raggiunti i nostri obiettivi di benessere, possiamo viverne l'effetto positivo e anche aumentare la nostra autostima.
Scegliere di seguire un percorso di psicoterapia significa rivolgersi a un professionista, che vi darà strumenti per imparare a gestire da soli il vostro problema. Il processo di guarigione può richiedere tempo, ma se si rispetta il programma di cura, a poco a poco dovreste notare dei sostanziali miglioramenti. Vi sono diverse teorie e metodi utilizzati in psicoterapia: dalla terapia psico-corporea alla terapia cognitico-comportamentale, dalla nuove teorie neuroscientifiche ai nuovi approcci sui processi mentali.
La psicoterapia in qualunque forma essa venga erogata, si propone di facilitare il cambiamento verso il benessere. I risultati dovrebbero concedervi più autonomia, riducendo l'incidenza del disturbo nella vostra vita, al fine di recuperare il vostro equilibrio. Nonostante alcuni tipi di approccio siano più indicati per alcune problematiche specifiche, tutti i tipi di psicoterapia possono essere efficaci se applicati da professionisti competenti, qualificati e ben formati.
Diversi studi, a tal proposito, hanno dimostrato l'efficacia di integrare più approcci terapeutici diversi, in base ai bisogni e alle caratteristiche individuali. Solitamente il terapeuta applica il tipo (o i tipi) di psicoterapia per il quale ha studiato e si è formato, e che sente più adatto a se stesso e al paziente.
Non esiste un approccio più efficace di un altro, tutte le principali psicoterapie sono supportate da evidenze scientifiche che testimoniano la loro efficacia. Alcune possono essere più efficaci di altre per certi tipi di disturbo, ma in realtà la variabile più importante dipenderà dal terapeuta, dal paziente e dalla relazione che si stabilisce tra i due.
Grazie alla fiducia, all'empatia, alla sintonia e alla capacità di far sentire a proprio agio il paziente, ogni psicoterapia può avere in sè le basi per un cambiamento.
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