Chi almeno una volta non ha sofferto o accusato un mal di schiena, fonte di disagio, in grado di condizionare negativamente la qualità di vita di ognuno di noi. Vediamo di cosa si tratta e quali sono le possibili cause e terapie
Il mal di schiena è una sindrome dolorosa estremamente diffusa che interessa tutte le fasce di età, si può definire un vero e proprio trauma sociale, considerata la frequenza con cui si manifesta e l’elevato indice di disabilità motoria che determina, in grado di incidere di riflesso anche sulla nostra sfera comportamentale.
La colonna vertebrale con le sue alterazioni anche di ordine funzionale rappresenta la causa percentualmente più elevata in grado di stimolarne l’insorgenza, in misura inferiore concorrono disordini dell’apparato muscolare o malattie sistemiche dell’apparato scheletrico tra le quali l’osteoporosi. Una accurata obiettività clinica, una adeguata osservazione diagnostico-strumentale ed una terapia mirata, insieme, sono in grado di replicare positivamente alle incertezze prodotte da questa manifestazione clinica.
Il mal di schiena può incidere negativamente sulla qualità di vita di ognuno di noi, tanto da ridurne drasticamente la funzionalità motoria risultando esponenzialmente devastante in alcune situazioni limite. Non sempre ha una causa certa, si può correlare nel suo esordio a problematiche insorte nel nostro Apparato Muscolare ad esempio in presenza di strappi tendinei o muscolari e in maniera decisamente rilevante nelle problematiche che coinvolgono la colonna vertebrale e in condizioni ai limiti della patologia che si possono talvolta presentare nei quadri di osteoporosi. Con elevata frequenza le alterazioni connesse alla colonna vertebrale esercitano un ruolo importante nell’esordio del mal di schiena: il distretto rachideo cervicale-dorsale-lombo-sacrale nel suo insieme sostiene il peso del nostro corpo e ci consente libertà di movimento, trasferisce alla pelvi, compresa nella parte inferiore del bacino il peso ed i movimenti di inclinazione della testa e del tronco e consente a questi tre settori un movimento fisiologico, assicurando adeguata protezione al midollo spinale dai danni che si creano prodotti dal movimento e dai traumi. Il rachide è dotato di dischi, morbidi ed elastici che si alternano alle vertebre e con questo insieme di strutture diverse assicura con equilibrio stabilità e mobilità al nostro corpo, i problemi insorgono quando questo equilibrio viene sovvertito.
Il mal di schiena può esordire con dolori anche intensi, spesse volte invalidanti localizzati al rachide lombare o lombo-sacrale, si irradiano agli arti inferiori lungo il decorso dei nervi sciatici, in particolare sul versante posteriore e crurali, nel caso nel settore anteriore delle cosce, ne deriva una chiara minore flessibilità della schiena con difficoltà nei movimenti e nel mantenere la stazione eretta.
Le strutture collegate al rachide: dischi, vertebre, articolazioni, legamenti, muscoli se presentano un quadro infiammatorio o genericamente patologico determinano l’insorgenza del mal di schiena.
Il mal di schiena colpisce uomini e donne indifferentemente, nel caso il comportamento funzionale della colonna vertebrale non risulta corretto, per cui “va educato” seguendo uno stile di vita in cui vengano seguiti, eseguiti e valorizzati l’esercizio fisico, una corretta postura ed una adeguata alimentazione.
E’essenziale all’esordio della sintomatologia una valutazione clinica specialistica in base all’esito della quale il medico potrà procedere alla prescrizione di specifici accertamenti radiologici, quali:
- Esame Radiologico convenzionale del Rachide Lombo-Sacrale
- TC/RM
- Elettromiografia
- Eventuale Scintigrafia Ossea
In alcune circostanze il “mal di schiena” si risolve spontaneamente. Se il dolore persiste intervengono gli antinfiammatori, se la sintomatologia non si modifica e resiste alla terapia, si procede all’assunzione di antidolorifici, che non escludono nei casi di più difficile risoluzione la somministrazione mediante iniezione di cortisonici, il tutto per periodi ben definiti e sotto stretto controllo medico.
Conclusa la terapia farmacologica si può passare alla fisioterapia e solo in casi estremi alla chirurgia quando ad esempio un disco intervertebrale ernia comprimendo il nervo che decorre in quello spazio discale.
Che dire….aiutiamo noi stessi a vivere la vita di ogni giorno “educando” il nostro corpo per migliorarne la funzionalità, il movimento, la stabilità, in un gioco in cui “pensiero e azioni” si confrontino e lavorino insieme per realizzare il nostro benessere.