Fibromialgia: come si manifesta e come intervenire

Reumatologia

Si stima che siano circa 2 milioni gli italiani che soffrono di fibromialgia, vediamo di cosa si tratta, come questa patologia si manifesta e come intervenire

Cos'è la fibromialgia

La fibromialgia è una sindrome che porta dolore e rigidità muscolare diffusi, spesso associati a cefalea, astenia, disturbi dell'umore e del sonno. Si tratta di una sindrome piuttosto controversa. Ad oggi non c’è alcun esame che ci consente di confermare la diagnosi di conseguenza è una diagnosi che si fa per esclusione.

Questo purtroppo porta il paziente a consultare parecchi specialisti girando da un medico all’altro, da una specialità all’altra che disorientano e fanno perdere la fiducia credendo addirittura di risultare incurabili e non creduti da familiari e medici.

Come si manifesta la fibromialgia

La fibromialgia è una patologia che si manifesta in modo molto vario. Il fastidio, ovvero il dolore o l'alterazione della sensibilità, si può diffondere a tutto il corpo o a tutto un lato del corpo. Poi malessere generale, stanchezza, alterazione del tono dell’umore, incapacità di svegliarsi la mattina riposati senza sollievo dagli anti-infiammatori.

Come intervenire sulla patologia

Farmaci che alzano la soglia del dolore + paracetamolo + ademeteonina + bagno caldo (accompagnato da sostanze che rilassano la muscolatura) + massaggi dolci. È fondamentale, inoltre, escludere qualunque altra patologia o condizione che possa giustificare o causare i dolori o la stanchezza.

Bisogna correggere lo stile di vita, aiutandola a non caricarsi di problemi, evitando posizioni che possano creare una accentuazione delle problematiche (contratture distrettuali o generalizzate di muscoli).

Controindicazioni

Bisogna fare attenzione a non esagerare con i farmaci, ovvero con gli anti-infiammatori, gli antidolorifici e con tutte quelle molecole che notoriamente si usano per colpire i siti delle infiammazioni.

Consigli per prevenire

Ad oggi non è possibile prevenire la fibromialgia perché non se ne conosce l’eziologia. Bisogna semplicemente imparare a non sottoporre l’organismo a stress controvoglia.

 

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