Sangue nelle urine: cosa fare e come trattarlo

Urologia

Il sangue nelle urine, tecnicamente definito ematuria, è una condizione relativamente frequente. La presenza di ematuria è un segno di patologia a carico delle vie urinarie e pertanto non va mai trascurata. Vediamo di cosa si tratta e come trattarla

Il sangue nelle urine, tecnicamente definito ematuria, è una condizione relativamente frequente ma che può destare molta preoccupazione. Possiamo distinguerne due forme: la microematuria e la macroematuria

La microematuria è la presenza di tracce ematiche nelle urine, riscontrabile durante un esame di laboratorio chimico-fisico. In particolare, le urine del paziente affetto da microematuria in genere risultano di colore normale (urine normocromiche) ma il laboratorio riscontra la presenza di emoglobina o globuli rossi nel sedimento urinario. Mentre la macroematuria è la presenza di sangue rosso vivo nelle urine, quindi visibile macroscopicamente anche ad occhio nudo. 

Quali sono le cause dell'ematuria?

Le cause che possono comportare la presenza di sangue nelle urine sono molteplici. Per quanto riguarda la microematuria, questa può essere di tipo fisiologico ad esempio dopo sforzo fisico intenso, come corsa, attività fisica pesante. In altri casi le cause della microematuria vanno sempre indagate ed approfondite. Tra le cause principali vi sono patologie di pertinenza nefrologica come le glomerulonefriti o la sindrome nefrosica, l'ipertensione severa, patologie del rene e delle alte vie urinarie, ad esempio calcolosi renale o neoplasie. Soprattutto dal punto di vista oncologico, in presenza ad esempio di fattori di rischio è consigliabile effettuare una valutazione urologica specialistica per approfondire il quadro clinico. 

La macroematuria è spesso associata a processi infettivo-infiammatori a carico delle vie urinarie, come avviene nel caso delle cistiti batteriche emorragiche. Tuttavia, è sempre opportuno effettuare degli esami diagnostici di approfondimento in presenza di un episodio di ematuria. Una delle cause sempre più frequentemente associate all'insorgenza di macroematuria è il tumore della vescica, per cui consigliamo sempre un percorso diagnostico urologico per escludere questa patologia.

Il tumore della vescica è una delle neoplasie più frequenti, con un picco di incidenza dopo i 50 anni, più frequente nel maschio rispetto alla donna. Il primo fattore di rischio è rappresentato dal tabagismo (fumo di sigaretta); non vi sono ancora dati sufficienti sull'utilizzo della sigaretta elettronica, ma pare che la nicotina abbia un effetto induttore tumorale anche in pazienti che utilizzano questi dispositivi. Altri fattori di rischio sono l'esposizione a sostanze chimiche, solventi, metalli pesanti, alcuni farmaci chemioterapici, l'esposizione a radiazioni o la radioterapia

Il primo sintomo del tumore alla vescica è in genere l'ematuria, anche se questa può essere a volte assente. Altri sintomi sono rappresentati dall'urgenza minzionale, disturbi disurici come bruciore o difficoltà alla minzione. 

La diagnosi urologica si basa sull'ecografia dell'apparato urinario ed eventualmente, a discrezione dello Specialista urologo, eventuali altri esami di secondo livello come la cistoscopia o la tomografia computerizzata. 

Come si tratta l'ematuria?

Durante un episodio di macroematuria è consigliabile un'adeguata idratazione in modo da diluire le urine ed evitare la formazione di coaguli. In genere è sconsigliato assumere, senza il parere medico, farmaci antiemorragici che possono condurre alla formazione di coaguli in vescica e conseguente tamponamento vescicale. Rivolgersi sempre al medico o recarsi in pronto soccorso in caso di sanguinamento attivo o se le condizioni cliniche lo richiedono. 

Se il sanguinamento si risolve spontamente, non sottovalutare o trascurare mai la condizione e rivolgersi al proprio urologo di fiducia. 

Dott. Carmelo Agostino Di Franco

Urologo

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