Covid-19: le lezioni da imparare e gli sbagli da non fare


Covid-19: le lezioni da imparare e gli sbagli da non fare

La Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici (FNOMCEO) el'Associazione Medici per l'Ambiente (ISDE) lanciano un appello pubblico: cosa ci insegna la pandemia e cosa dovremmo fare per ripartire

La Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici (FNOMCeO) e l'Associazione Medici per l'Ambiente (ISDE) hanno redatto un documento in merito alla pandemia di Covid-19 che ci spiega quali sono le lezioni da imparare e quali, invece, gli errori da non commettere.

Uno stralcio del documento

"Come la storia di tutte le epidemie ci ha insegnato, per combattere il Covid-19 è indispensabile tenere insieme la tutela della salute e quella dell’ambiente. La pandemia è una chiara espressione dell’ambiente malato e ha dimostrato che potenza economica e tecnologica non sono in grado di evitare enormi danni sanitari e sociali, dovremmo guardare oltre la mera diffusione del virus per capire la lezione che, nostro malgrado, il coronavirus ci ha imposto. Imparare la lezione che questa emergenza sta duramente impartendo può consentire di essere preparati per i prossimi, probabili, eventi simili."

Da questo stralcio del documento cogliamo i chiari segnali di una presa di consapevolezza e della volontà di imparare da questo tragico evento per affrontare al meglio il futuro.

Cosa ci ha insegnato questa pandemia? E cosa dobbiamo fare per ripartire?

Il documento sottolinea una possibile inversione di marcia data per esempio dall’approvazione della legge sull’agricoltura biologica da tempo ferma in Senato, da quella sul blocco totale del consumo di nuovo suolo, dall’adeguata tutela del patrimonio forestale e boschivo (“il polmone verde” del paese), dalla moratoria sull’implementazione di tecnologie digitali non ancora adeguatamente testate.

Per la ripresa economica e sociale occorre un grande piano di sviluppo sostenibile basato sulle energie realmente rinnovabili, su un’agricoltura improntata ai principi dell’agroecologia, sul recupero della biodiversità e non su grandi opere impattanti su ambiente e salute. Occorre un piano pluriennale per la messa in sicurezza del suolo e delle infrastrutture esistenti (strade, ponti etc.), la bonifica delle aree inquinate, la rigenerazione urbana, l’adeguamento sismico degli edifici e la messa in sicurezza della rete acquedottistica, il potenziamento della rete ospedaliera pubblica.

Leggi QUI il documento completo



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