Cataratta: sintomi, cause e intervento per correggerla


Cataratta: sintomi, cause e intervento per correggerla

Paliamo di cataratta, patologia frequente nelle persone in età avanzata. Vediamo quali sono i sintomi, le cause, come si diagnostica e come si interviene per curarla

Cataratta: cos'è?

Con il termine cataratta si intende quella condizione per cui si verifica un'opacizzazione del cristallino, ovvero quella lente biconvessa trasparente presente all'interno del bulbo oculare situata tra l'iride e il corpo vitreo. Il compito del cristallino, insieme alla cornea, è quello di mettere a fuoco i raggi luminosi sulla retina. In buona sostanza il cristallino varia il potere di rifrazione del sistema ottico modificando la sua forma e adattandola alla distanza dell'oggetto da mettere a fuoco, ciò attarverso quello che è noto come processo di accomodazione. Questo consente di produrre immagini chiare e limpide sulla retina. Questo induce, a sua volta, una condizione conosciuta come presbiopia, ovvero la difficoltà nel mettere a fuoco sorgenti luminose poste a brevi distanze dall'occhio.

La maggior parte delle forme di cataratta è correlata all'invecchiamneto, difatti colpisce molto più frequentemente le persone in età avanzata. L'ISTAT ha stimato che in Italia la cataratta colpisce circa l'8,5% della popolazione tra i 70 e i 74 anni. Il normale processo di invecchiamento comporta un indurrimento del cristallino e la riduzione della sua trasparenza. Questo comporta la forma più comune di cataratta che per le sue caratteristiche viene definita cataratta senile.

Ve ne sono poi altre forme meno comuni. La cataratta congenita, ovvero ereditaria, questa tipologia colpisce i bambini che quindi la ereditano. Inoltre la cataratta può colpire i più piccoli anche come conseguenza di stati infettivi o infiammatori che si verificano durante il periodo della gestazione. Ne è un esempio la rosolia. Quando invece l'opacizzazione del cristallino si sviluppa intorno ai 40 anni di età si parla di cataratta giovanile. Infine esiste una forma definita traumatica che è quella che si sviluppa in seguito a traumi oculari, per esempio traumi perforanti, ferite, calore intenso o traumi dovuti a sostanze chimiche che danneggiano il cristallino. Anche alcuni farmaci, come i cortisonici, possono favorire l'opacizzazione del cristallino quindi l'insorgenza di cataratta che in questo caso sarà definita iatrogena.

Cataratta primaria e secondaria

Viene definita cataratta primaria quella forma per cui si verifica la perdita dell'elasticità e della trasparenza del cristallino che è legata al passare del tempo. Mentre con cataratta secondaria viene indicata quella forma che è conseguenza di qualcos'altro. Quindi fanno parte di questa tipologia le cataratte che non dipendono dall'avanzare dell'età. Vi è poi la cataratta secondaria post intervento, in questo caso l'opacizzazione si verifica a seguito dell'intervento di sostituzione del cristallino con una lente in plastica. Questo cristallino artificiale viene posizionato a livello della capsula naturale ma può accadere che dopo un po' di tempo la lente diventi più spessa e opaca. Si stima che questo possa verificarsi in un soggetto su quattro. Al contempo questa forma di cataratta può essere ovviata mediante una semplice tecnica chirurgica, yag laser.

Inoltre la cataratta primaria e secondaria possono essere ulteriormente classificate a seconda della sua localizzazione, ovvero dalla regione che ne viene colpita. Abbiamo quindi la cataratta:

  • nucleare, che interessa la parte centrale del cristallino;

  • subcapsulare posteriore, la regione coinvolta è quella della capsula su cui si posiziona la regione posteriore del cristallino;

  • corticale, in questo caso il processo degenerativo inizia dai bordi esterni;

  • incipiente, che ha la caratteristica di opacizzare in maniera molto rapida; 

  • iniziale, per cui l'opacizzazione si accumula in una sola piccola area della lente;

  • tumescente, la malattia è accompagnata da un notevole impregnamento di acqua del cristillino che implica un rigonfiamento e quindi lo schiacciamento delle strutture contigue;

  • matura, interessa l'intera lente ed è dovuta alla denaturazione delle proteine del cristallino;

  • ipermatura, quando le fibre del cristallino oltre a essere opache e biancastre tendono a rammollirsi;

  • cataratta di Morgagni, si tratta di una cataratta ipermatura in cui la corteccia risulta ammorbidita e il nucleo è opacizzato e indurito che si abbassa galleggiando in un fluido lattiginoso.

Quali sono i sintomi della cataratta?

Il sintomo più evidente e importante è la progressiva perdita della vista. Nelle fasi iniziali i disagi visivi sono modesti in quanto l'opacizzazione del cristallino è circoscritta a piccole aree. Con il passare del tempo la situazione progredisce e a questo si aggiungono altri sintomi, ovvero:

  • vista appannata o doppia;

  • elevata sensibilità alla luce;

  • sensazioni di abbagliamento,

  • riduzione della visibilità notturna;

  • diminuzione del constrasto delle immagini;

  • variazione di miopia, astigmatismo o ipermetropia.

Cause della cataratta

Oltre all'invecchiamento ci sono altri fattori che possono provocare l'insorgenza della cataratta, ovvero:

  • traumi diretti dell'occhio;

  • predisposizione genetica;

  • malattie oculari;

  • alimentazione povera di frutta e verdura;

  • diabete;

  • esposizione a raggi X e UV;

  • fumo e abuso di alcol come fattori aggravanti della condizione.

Come viene diagnosticata?

La cataratta viene diagnostica dallo specialista in oftalmologia mediante l'ausilio di una specifica strumentazione. L'oculista eseguirà, quindi, una visita oftalmologica che comprende l'esame biomicroscopico con lampada a fessura e l'esame della refrazione e dell'acutezza visiva. Per l'esecuzione dell'esame è importante la dilatazione della pupilla che viene indotta mediante uno specifico collirio. 

A seconda della situazione e dell'eventualità di un intervento, per la correzione della cataratta, lo specialista può decidere di effettuare ulteriori esami tra cui:

  • ecobiometria;

  • biomicroscopia dell'endotelio corneale;

  • ecografia bulbare;

  • eventuali esami retinici (fluorangiografia, tomografia OCT);

  • campimetria computerizzata e pachimetria corneale;

  • valutazione della motilità con visita ortottica.

Intervento di cataratta

Non esistono farmaci che possano ripristinare il cristallino perciò l'approccio di cura implica necessariamente l'intervento chirurgico. Lo scopo dell'intervento è quello di asportare la parte del cristallino che risulta opacizzata e impiantare una lente sostitutiva. In genere si tratta di una lente artificiale o di cristallino IOL (Intra-Ocular-Lense). La cataratta può essere frammentata mediante l'impiego di due apparecchi: il laser (FemtoLaser) o ultrasuoni (Facoemulsificatore).

L'intervento è breve, sicuro, mininvasivo, indolore e il recupero è estremamente rapido.

Immagine Paziente dottore

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